Manifesto creato per l'incontro di Modena del 20° Corso (1963-65) dell'ACCADEMIA MILITARE
COPERTINA ED INTRODUZIONE DEL LIBRO COMPOSTO PER IL
"CINQUANTENNARIO DEL CORSO"
PREMESSA AL LIBRO
La “PREMESSA” generalmente è un brano che si scrive alla fine del racconto, ma si pone all’inizio e serve per chiarire al lettore qualche passaggio, fornire qualche notizia di supporto, oppure, come in questo caso, sottolineare il fatto che il “contenuto” del presente libro ha avuto un’evoluzione "difforme" da quanto inizialmente impostato.Al libro goliardico-militaresco, esclusivamente umoristico e trionfalistico, un po’ superficiale: tipica espressione di queste ricorrenze, ci siamo accorti, che è subentrato un racconto pieno di sentimenti, pensieri, sensazioni, ricordi affettuosi, anche drammatici ed umoristici, ma, sostanzialmente pieni di un affetto profondo per quell’avventura vissuta a vent’anni in quel di Modena, ben cinquant’anni fa! A ciò si aggiunga una documentazione giornalistica che qualche collezionista o qualche “mamma” di qualche allievo aveva messo da parte, in ricordo di quella fase di vita, si è ottenuto un vero e proprio NUMERO UNICO nel suo genere: quello che evoca i 50 anni passati dall’ingresso in Accademia Militare di un gruppo di giovanotti nati sotto le ultime bombe dell’ultima guerra mondiale!Ne è scaturita una consequenziale domanda che ci siamo posti noi stessi:"Ma allora, perché questo libro?"
Qual è il suo reale obiettivo? Ne è risultata una interessante antologia di risposte che riportiamo anonimamente, volendo, così, significare la sensazione di tutti gli Allievi del Corso.
La presente introduzione: “Perché questo libro?” è stata compilata, infatti, unendo e miscelando le molteplici risposte degli “Allievi” che hanno voluto partecipare, manifestando la propria motivazione anche con una frase, una breve riflessione, un flash, una battuta...
Ci si è limitati, nel redigere tale “premessa”, solamente a dare una forma consequenziale, logica (nel possibile), unendo tutti gli scritti. Ci sarà qualche ripetizione, qualche sconnessione ma è tutto spontaneo, simpatico e, soprattutto, vero, come, appunto, se "questi ragazzi" parlassero tutti assieme e, talvolta (come capita spesso nell'enfasi dei ricordi), si sovrapponessero …
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“PERCHE’ QUESTO LIBRO?
Passeggiavo con mia figlia Emanuela discorrendo del più e del meno , quando la conversazione è scivolata verso i miei ricordi e così, chiacchierando, abbiamo parlato del prossimo cinquantennale e della preparazione di un libro, questionando proprio sulla necessità di un “libro-ricordo”. Dopo un attimo di riflessione mi ha risposto che ognuno di noi deve coltivare un sogno.
Il tema però non è realizzare quel sogno, ma tutto il sentiero che si fa per giungerci. Perchè durante questo tragitto si prendono curve, si sorpassano ostacoli, ci si arena alle salite, si corre sulle discese e si arriva, il più delle volte, ad una nuova architettura di sé e dei propri desideri. Quante cose e ricordi del sentiero si perdono.
Noi scriviamo questo libro per ricordare un momento del sentiero percorso insieme con fratellanza di spirito e di ideali.
Perché questo libro, quindi? Perchè un libro sopravvive a tutti noi e resta a testimoniare gli eventi di un'epoca ..., perché i ricordi non vadano persi, perché lo Spirito che ci animò e che ancora ci unisce, si possa sempre alimentare delle nostre migliori energie, perché gli ideali e l'amore fraterno che ci accomunano possano essere raccontati. (Il cuore mi ha dettato di getto questi sentimenti.)
Questo, in particolare, è il racconto di una storia lunga due anni che può apparire antica e/o anacronistica raffrontata al mondo di oggi, ma comunque altamente fantastica anche se si tratta di avvenimenti veri. Un'avventura che ci appare tuttora meravigliosa e che ci lascia ancora oggi, a volte, attoniti e a sorprenderci nel dire: "Possibile che sia successo questo? Eravamo proprio così ? "
Perchè rivivere queste emozioni, queste vicende e ricordare tante persone, di cui alcune ora non sono più in mezzo a noi ? Tocca a noi ricordare, per noi, per loro, per le nostre famiglie, per i giovani di oggi, per tutti coloro che hanno vissuto la nostra esperienza prima e la vivranno domani, per tutti quelli che sentono un "qualcosa" quando risuonano le note del nostro inno nazionale.
Quindi, perchè questo libro? Perchè un libro è una raccolta di esempi di vita, di emozioni, di sentimenti, di aneddoti, da parte di ragazzi che un giorno, per un disegno, voluto dal destino, hanno varcato la soglia di un antico e austero palazzo, che nell'atrio conserva la memoria dei suoi figli migliori, a insegnamento e monito per tutti.
Quei ragazzi che per due anni, giorno per giorno, animati da sensazioni, emozioni e sentimenti diversi, sono stati accomunati, talvolta anche con il sorriso sulle labbra, nella lotta per vincere , con forte determinazione e volontà, la battaglia quotidiana, contro tutto quello che è più facile e scegliere il giusto; contro ciò che è più comodo e non concorda con la tua coscienza; contro tutto quello che viene fatto perchè così fan tutti.
Quei ragazzi , non super, ma giovani qualunque, che hanno confermato di essere sempre un' Unica Schiera (UNA ACIES) e che hanno cercato sempre di tenere conto di quelle parole incise nel marmo dell'Accademia Militare:
DIVORARE LE LACRIME IN SILENZIO, DONARE SANGUE E VITA.
QUESTA E' LA NOSTRA LEGGE E IN QUESTA LEGGE DIO.
Ecco: perché questo libro! Perché quei ragazzi eravamo noi e siamo noi tuttora!
Ma attenzione: questo libro non sarà un’ apologia della vita militare; un’elencazione di fatti nobili d’arme; incensamenti ai vari ufficiali comandanti responsabili dell’istituzione che ci ha fatto diventare uomini! Anzi, tutt’altro: sarà un contenitore aperto a tutti i pensieri e sensazioni sia positive che negative. Con questo non sarà neanche un processo a qualche malfunzione istituzionale o a qualche eccesso comportamentale di qualcuno: sarà una semplice, innocente narrazione viva di fatti di vita che, essendo ormai molto lontani nel tempo, rappresentano un mondo che, sicuramente, si è inevitabilmente trasformato, con l’evolversi della società esterna civile. Pertanto se c’è qualche presa in giro, qualche ricordo di avvenimenti un po’ crudi, qualche raccontino leggermente amaro nei confronti di qualcuno, …: il tutto va preso come uno scotto pagato da tutti noi per diventare “uomini” in un’epoca nella quale a 20 anni si era dormito fuori casa raramente.
Che sia chiaro, di contro, che la nostra non è stata un’avventura oscura e di piccole cose di contorno, anzi: il vero Perché di questo libro, trova motivazione nel fatto che (come recita il sottotitolo) ci vantiamo di essere una “Travolgente Generazione”.
Forse è una definizione troppo trionfalistica nei confronti di altri? No! Allude semplicemente al fatto che la nostra generazione, nata sotto i bombardamenti dell’ultima guerra ha patito la fame nell’infanzia, ha giocato per strada, ha studiato in scuole, molte volte diroccate, ma ha contribuito a trasformare un’epoca che risentiva ancora del clima di dopoguerra, in una moderna società… La nostra Generazione ha “travolto” (sia in Accademia che dopo) il vecchio mondo, avendo vissuto in due o tre epoche che si sono alternate, succedute, trasformandosi rapidamente. Nessuna generazione ha goduto di un così lungo periodo di “pace” in casa propria… per un caso del destino, ma anche, forse, per un po’ di merito di quelli che sono nati sotto il bombardamento.
Se l’Istituzione Militare si è adeguata a quella civile, che “ai nostri tempi” progrediva più rapidamente, è anche merito nostro. Abbiamo contribuito a migliorarla facendola diventare un saldo punto di riferimento nel panorama nazionale, abbiamo elevato nella società civile la considerazione ed il rispetto per i militari, che oggi godono di una vita senza più divari qualitativi col mondo civile.
Anzi potremmo dire, senza tema di smentite che, oggi, l’organizzazione e l’impianto generale militare può essere assunto come un saldo punto di riferimento per professionalità e, soprattutto, per alto senso del dovere e lealtà anche per altre Istituzioni nazionali.-.
Una cosa era certa allora, nel ‘63: si era convinti di godere di una diversità dal resto dei coetanei all’esterno delle mura del Palazzo: di “godere”, sì, ma di pagare anche a caro prezzo con “particolari” sacrifici…
Ecco, “perché questo libro” : Per il pressante tentativo di spostare in avanti quel dolce e penetrante fruscio dei ricordi più belli -i più brutti sono già scomparsi da tempo- . Per quella inebriante illusione di essere ancora tutti insieme perchè "insieme” si spostano le montagne, si travalicano i fiumi, si superano le barriere, si frantumano gli ostacoli, ci si sente veramente forti per affermare ancora una volta la nostra orgogliosa ed incompresa diversità.
Sì! Proprio "diversità", perchè rispetto agli altri giovani italiani di quel tempo, noi eravamo diversi, anche nelle attività più banali:
- Eravamo forse gli unici che andando da "Napoleone", lo pagavamo non per farci i capelli, ma per NON farceli;
- eravamo forse gli unici che iniziavamo la doccia settimanale con acqua calda ed abbondante che tutto d'un tratto terminava, lasciandoci con palate di sapone da togliere;
- eravamo forse gli unici che non riuscivamo a mangiare "la solita mela" perché ... scadeva il tempo;
- eravamo forse gli unici che anziché mettersi il maglione di lana quando veniva il freddo, si mettevano il "farsetto a maglia";
- eravamo forse gli unici che sbagliando il treno per rientrare a Modena, saltavamo giù, treno in corsa, per un forte, ...fortissimo "senso del dovere" che ci aveva profondamente penetrato tutti;
- eravamo forse gli unici che puerilmente si divertivano con il tormentone del campo estivo, "Aaaaafrattar......;
- eravamo forse gli unici che in inverno andavamo a dormire con il pigiama, la tuta ginnica, i calzini di lana, il "farsetto a maglia", il cappotto caki, i guanti -ho dimenticato qualcosa?- e... quattro coperte d'ordinanza ripiegate doppie e rimboccate bene sotto il materasso; e poi ... poi, tanti altri bellissimi ricordi, meravigliosi per me e penso per noi tutti, ma difficilmente comprensibili e magari banali per molti altri giovani di allora....
Quel delicato fruscio, d' improvviso si interrompe, ma io prenderò “questo libro” che per me è poesia e continuerò ancora a volare immerso nei ricordi più belli.
E’ giusto riportare queste nostre forme di godimento e trasmetterle ai più giovani che creperanno, sicuramente, d’invidia per la nostra evidente felicità conquistata.
NOI, infatti, eravamo quei CADETTI DEL 20° che:
- a Sassuolo marciavamo con la musica della colonna sonora del film "marcia o crepa;
- a Sassuolo, quando al mattino aprivamo le finestre per cambiare l'aria, per la nebbia che entrava in camerata, non trovavamo più i servizi igienici;
- a Modena entrammo temprati e fieri, ma sempre marciando;
- non credevamo che il fucile "garand" pesasse tanto e che gli anfibi non fossero affatto impermeabili;
- non ci abituammo mai al suono della sveglia... continuando a sognare per anni;
- non sapevamo che la libera uscita fosse come vincere un terno al lotto;
- in libera uscita non riuscivamo a trovare una ragazza che non fosse… una "nave scuola" e con quelle poche che non erano tali, non potevamo passeggiare mano nella mano;
- quando eravamo di “servizio caffè”, a causa del buio totale, riuscivamo a trovare le cucine unicamente seguendo il profumo del caffè; problema maggiore era rientrare in camerata;
- la sera, prima del “silenzio”, dovevamo esporre sul tavolinetto ai piedi del letto, insieme al “Garand” smontato e pulito, anche le mutande … fresche di giornata;
- eravamo continuamente puniti perché all’ispezione la canna del “garand” risultava sempre sporca… invece era semplicemente corrosa dal tempo; possedere un fucile così era il massimo della sfortuna;
-dopo il “silenzio”, fingendo di dormire, aspettavamo trepidanti l’esito dell’ispezione impietosa dell’ufficiale di servizio
- non dormivamo a causa degli effluvi che gli scarponi di tutta la camerata emanavano dai bagni attigui;
- a volte non riuscivamo a dormire perché mille pensieri ci attanagliavano la mente e il cuore… allora, nascondendo il viso sotto le coperte, piangevamo;
- alla sveglia, d’inverno, dovevamo lavarci con l’acqua gelata… per temprarci il fisico o per beccarci una polmonite;
- durante le lunghe marce invernali a Monte Nuda, con i piedi gelati, dovevamo cantare (con quel poco fiato che ci rimaneva) su ordine del Capitano;
- sapemmo, poco dopo, che il Sig. Capitano era bloccato in tenda perché aveva i piedi coperti da bolle (tutti pensammo che la maledizione dell’Allievo avesse colpito inesorabilmente);
- durante il campo estivo, dovevamo effettuare il rastrellamento e la bonifica del poligono di tiro mortai guidati dall’impavido Ten. Franz intonando, giulivi, un canto piratesco che ripeteva ossessivamente: … “andiamo a raccoglier le bombe, le bombe, le bombe”;
- tante altre storie potrebbero raccontare, alcune allegre, altre tristi, …
Ma… nonostante tutto ciò, dopo 50 anni, anche se logorati nel fisico dal tempo e dal destino, ci ritroviamo ancora tutti insieme, UNA ACIES, come in un bel sogno, in un fraterno, rinnovato desiderio di rivivere, con la freschezza del cuore, quei tempi eroici della nostra esuberante e generosa giovinezza, uniti in un solenne appello che idealmente ci richiama TUTTI a un agognato abbraccio d’AMORE.
Ecco, perchè questo libro! Riassumendo, è presto detto: sarà il documento da lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti, dei tanti sacrifici e delle poche gioie che bisogna affrontare nella vita per diventare veri uomini. Sarà l'occasione per rammentare che ragazzi in gamba eravamo a vent'anni e una guida d'esempio per i posteri.
In sintesi:
COS’E’ UN LIBRO COSA FA UN LIBRO
· Salvadanaio di ricordi Trasforma gruzzoli in tesori
· Miniera di emozioni E’ materia prima per l’esperienza
· Treno di sentimenti Diffonde i messaggi
· Quadro fatto di parole Fa uso delle parole come il pittore fa uso dei pennelli
· Pacco di messaggi Ci rende consapevoli dei sentimenti
· Concentrato di esperienza Concentra i contenuti contro il tempo tiranno
· Antenna trasmittente E’ guida per chi naviga nella vita
· Dispensa di provviste Ci sazia nei periodi di fame.
Ora dopo ora, giorno dopo giorno, mese dopo mese, per due anni, tutti noi del XX, questo libro lo abbiamo scritto insieme, questo libro virtualmente esiste già, è l’angolo di storia che tutti abbiamo vissuto e continuiamo a vivere, è il diario della nostra esistenza permeata dall’esperienza di quei due anni lontani.
Questo libro, anche, perché: si deve sapere una cosa molto importante: io, per un anno non ho mangiato la mela a fine pasto, in quanto era dura, i coltelli non tagliavano e poi,… non facevo mai in tempo a finire il secondo piatto che dall’altoparlante risuonava il “Ritti!”. Al tavolo, infatti, in una ventina di minuti, tutti si dovevano servire attraverso un vassoio che passava di mano in mano. In compenso al secondo anno d’Accademia, o perché avevamo le mele più tenere della Val Venosta, o perché ci eravamo adattati ai tempi stretti, si mangiava tutto ed avanzava anche il tempo per fare quattro chiacchiere.
La mela (l’Accademia) mi ha insegnato che “l’italiano comune” riesce a fare, con scarse disponibilità, attrezzature inefficienti, e poche risorse, molte più cose di qualsiasi altro cittadino del mondo! …
Ecco perché nei 40 anni in cui abbiamo indossato la divisa ed abbiamo attraversato periodi bui come gli ”anni di piombo”, talvolta la nostra funzione è stata equivocata e persino disprezzata: perché spesso abbiamo dato priorità alle esigenze nel servizio, dedicando poco tempo alle nostre famiglie; perché abbiamo assicurato ai nostri figli un’esistenza dignitosa e mai facoltosa, ma malgrado ciò, siamo riusciti a far capire loro i veri valori della vita; perché dopo 50 anni dall’inizio della nostra avventura con le stellette saremmo ancora pronti a cominciare daccapo, senza rimpianti per le ricchezze mai raggranellate bensì felici per aver vissuto una VITA vera, densa di esperienze, soddisfazioni ed anche delusioni. Perché vogliamo che i nostri figli ed i nostri nipoti, siano a conoscenza di tutto questo ... assieme a qualche nuovo Cappellone che frequenta oggi la stessa Accademia, magari con comodi letti e camerette riscaldate più adeguate ai tempi…
Infatti, ho inteso partecipare alla elaborazione del Numero Unico del Cinquantennale, memore del mio contributo con la CommaK 20° perché, dopo 50 anni, prima che tutto svanisca nell'eterno oblio, penso che sia arrivato il momento che alcune STORIE vissute in ACCADEMIA vengano alla luce per farci rivivere i nostri 20 anni.
Le mie storie più significative riassunte in una sintesi unitaria che avevo chiamato “Fatti e misfatti” sono state ricollocate secondo il tema nelle varie Sezioni del Numero Unico, ce ne sarebbero state tante altre da poter raccontare prima che la nebbia inizi a rendere meno nitidi i ricordi e possano svanire nel nulla, ma unitamente a quelle restituite alla memoria dai Colleghi sono certo che contribuiranno a rendere testimonianza di un periodo bellissimo ed altamente formativo.
Ero entrato in Accademia per poi USCIRNE dopo aver fatto il servizio militare e dopo aver conseguito il biennio in ingegneria.
Ma vivendo quella nuova vita da me totalmente sconosciuta capii gli alti valori che la permeavano e che la LlBERTA’ che amo tanto e che ho sempre ricercato l’avevo trovata proprio nel mondo militare. Sembra inverosimile. Ma è così!
E' una vita bellissima che mi ha dato tanto e che ho amato ed amerò sempre.
Oggi posso dire che é l'unica vita che io avrei potuto vivere.
La noia mi avrebbe ucciso e la vita militare tutto è meno che noia.
Credetemi non c'e di meglio. Basti pensare all’amicizia e alla fratellanza che si crea in Accademia tra quei giovani che arrivano da ogni dove e da ogni ambiente.
Concludo con un saluto ed un ringraziamento a tutti i comuni amici che mi hanno aiutato e sopportato e nel contempo desidero chiedere scusa a tutti coloro verso i quali a qualsiasi titolo ho mancato.
Ciao amici, ciao fratelli, Viva il 20° Corso! Firmato: Noi del 20° Corso!
DEDICATO A TUTTI I COMPONENTI DEL 20° CORSO
Composizione di foto di alcuni cadetti in rappresentanza di tutto il Corso
DOCUMENTAZIONE PROPAGANDISTICA/PUBBLICITARIA
SUPPLEMENTO SPECIALE DEL "CORRIERE MILITARE"
DEDICATO ALL' AMMISSIONE AL 20° CORSO DELL'
ACCADEMIA MILITARE DI MODENA PER L'ANNO 1963
DEPLIANT PUBBLICITARIO
CHE ILLUSTRA LE CARATTERISTICHE DEL CORSO E LE MODALITA' PER EFFETTUARE LA DOMANDA
AL CONCORSO DI AMMISSIONE
DEPLIANT PUBBLICITARIO
CHE ILLUSTRA LE CARATTERISTICHE DEL CORSO E LE MODALITA' PER EFFETTUARE LA DOMANDA
CONCORSO DI AMMISSIONE AL 20° CORSO
NORME E NOTIZIE (sintesi)
GENERALITA’
L’ Accademia Militare di Modena è l’ unico istituto di formazione degli ufficiali in servizio permanente effettivo dell’Esercito, in quanto le esigenze di una rigorosa unità di preparazione culturale e spirituale dei Quadri hanno consigliato di istruire in un solo Centro e con programmi ad alto tenore scientifico gli ufficiali di tutte le Armi e dei vari Servizi.
L’indirizzo degli studi tende o perciò a favorire e a sviluppare in ogni allievo capacità tali da conferire non soltanto padronanza nell’uso di ogni tipo di arma e di apparecchiatura tecnica ma anche l'attitudine a seguire senza difficoltà il ritmo del costante progresso tecnico-scientifico.
La preparazione dei nuovi Quadri tende quindi a dare ai giovani una adeguata maturità spirituale ed una capacità professionale pratica che, sviluppate con gradualità ed informate ad uno spirito “pluriarma”, consentano l'idoneità alle funzioni di comando.
CORSI IN ATTO -
Vengono svolti i seguenti corsi, a conclusione dei quali, i giovani conseguono la nomina a sottotenente in servizio permanente effettivo:
a) Corso per l’Arma dei Carabinieri (biennale). E' riservato, attualmente, soltanto ai vicebrigadieri dell’Arma dei Carabinieri. I giovani che intendessero intraprendere la carriera militare nell’Arma dei Carabinieri potranno concorrere all’ammissione all’Accademia e, una volta completati gli studi nel corso delle varie Armi e conseguita la promozione al grado di tenente, possono passare a domanda e con uguale grado nell’Arma dei Carabinieri, previo concorso indetto in genere annualmente.
b) Corso per le varie Armi (biennale). E' impostato in sostanza sulle stesse materie scientifico-matematiche previste per il biennio propedeutico della facoltà di ingegneria con l’aggiunta di materie di cultura militare. L' assegnazione alle Armi di Fanteria, o Cavalleria, Artiglieria, Genio e Trasmissioni avviene al termine del biennio, osservando nell’ordine i seguenti criteri: - ripartizione proporzionata alle "necessità numeriche delle varie Armi degli allievi classificati ottimi, buoni e sufficienti; - attitudine dimostrata; - “desiderata” espressi dagli allievi stessi;
c) Corso per il Servizio Automobilistico (biennale). E' in tutto analogo a quello delle varie Armi, ivi compresa la equiparazione degli studi al biennio d’ ingegneria;
d) Corso per il Servizio di Commissariato (annuale). E' riservato, per il ruolo Commissari ai laureati in alcune discipline, E’ svolto in un solo anno accademico e prepara gli ufficiali commissari sotto l’aspetto tecnico-militare e giuridico-amministrativo .
e) Corso per il Servizio di Amministrazione (biennale). E' impostato sulle materie di studio e sulle principali istruzioni comuni agli altri corsi per la parte basilare alla formazione dell’ ufficiale ed aggiunge insegnamenti propri del gruppo giuridico-economico ed amministrativo.
PROVE DI CONCORSO
L’ammissione al concorso prevede le seguenti prove:
a) presso Enti militari viciniori:
- una` visita medica preliminare da sostenere presso un Ospedale militare designato. Epoca: fine luglio-agosto;
- un esame scritto da svolgere presso la sede del Comando Militare Territoriale nella cui Giurisdizione e situato il Distretto Militare di residenza. Esso consiste in una prova di cultura generale corrispondente alle discipline apprese nei corsi d’istruzione media superiore. Tempo a disposizione per la prova: cinque ore. Epoca: nella prima decade di settembre.
Per gli aspiranti al Servizio di Commissariato la prova scritta consiste in un tema di natura giuridica ed economica che dovrà essere discussa anche in sede di esame orale;
b) presso l’Accademia Militare di Modena: Epoca: tra la fine di set. e il 20 ott. 1962;
- visita medica definitiva;
- accertamento psicotecnico;
- esame orale di matematica che verte sui fondamenti assimilati presso gli istituti di provenienza, e, precisamente:
• algebra: calcolo algebrico della scomposizione in fattori, equazioni, disequazioni, logaritmi fino alle progressioni ed ai problemi di secondo grado; • geometria: applicazione dei teoremi di Pitagora, Euclide, Talete; calcolo di aree e di volumi; algebra applicata alla geometria; • trigonometria: relazioni tra le funzioni circolari di uno stesso arco; archi supplementari, complementari, ecc.; calcolo di angoli, · risoluzioni di triangoli, equazioni trigonometriche;
- esame orale di geografia, sui seguenti argomenti: • geografia generale ed astronomica: cenni; • geografia fisica ed antropica: terreno, clima, vegetazione, acque, popolazioni; • i continenti euroasiatico, africano, americano, australiano: cenni; • l’ Europa e le sue regioni: iberica, gallica, britannica, scandinava, germanica, sarmatica, carpatico-danubiana, balcanica; • l’Italia (fisica, politica ed economica.
Il candidato deve inoltre mostrarsi aggiornato sugli avvenimenti recenti e sui problemi di attualità .
- esame di diritto (soltanto per gli aspiranti al Servizio di Commissariato) riferito a: diritto pubblico (costituzionale ed amministrativo), diritto privato; scienza delle finanze e diritto finanziario, geografia economica ed economia politica.
NORME AMMINISTRATIVE
a) Riduzione ferroviaria: previsto il beneficio della tariffa militare per i viaggi eseguiti per disposizione di concorso;.
b) permanenza in Accademia per le prove orali, vitto e alloggio a completo carico dell’ Amministrazione Mi1itare ;
c) retta di Accademia: L. 19.000 annue ai seguenti titoli (da corrispondersi a soluzioni rateali.):
- per cancelleria e libri di testo ..... L. 12.000
- per manutenzione corredo. .. ..... L. 5.000
- per spese straordinarie varie ..... L. 2.000
d) spese per vitto, alloggio, corredo, cure sanitarie, sport, viaggi di istruzione a completo carico de11’Amministrazione Militare;
e) indennità di Accademia: per ogni allievo L. 300 giornaliere, oltre ad un compenso di circa lo stesso importo per spese di carattere scolastico ;
f) corredo da ufficiale date le notevoli agevolazioni, in pratica viene a risultare gratuito;
g) borse di studio a premi: prevista l’assegnazione, per concorso, di borse di studio e di premi concessi da Enti morali .
VESTIARIO
Agli allievi ammessi al 1° anno di corso vengono distribuiti:
- una serie di vestiario di servizio, invernale ed estiva;
- una serie di vestiario da passeggio e da parata, invernale ed estiva;
- una serie completiva composta da: • indumenti per l'addestramento; • indumenti per l’equitazione; • indumenti per l’automobilismo; • accessori (oggetti per la pulizia, il viaggio, ecc.).
L’ Accademia Militare di Modena è l’ unico istituto di formazione degli ufficiali in servizio permanente effettivo dell’Esercito, in quanto le esigenze di una rigorosa unità di preparazione culturale e spirituale dei Quadri hanno consigliato di istruire in un solo Centro e con programmi ad alto tenore scientifico gli ufficiali di tutte le Armi e dei vari Servizi.